Il perché di uno Stato

Una cosa è certa in questo 2020: abbiamo dimostrato che tutti i nodi vengono al pettine.

La parabola della storia politica di uno Stato democratico sta arrivando ad un orizzonte mai immaginato probabilmente nemmeno nei peggiori incubi.

Questo Covid ha fatto solo da catalizzatore ma il problema comincia da lontano, decenni fa.
E la storia comincia anche prima.

La Storia

Convenzionalmente per gli storici la Storia Moderna si conclude nel 1848 e comincia la Storia Contemporanea: è la fine delle monarchie assolute e l’inizio della politica delle masse.
In molti stati europei si diffondono delle carte costituzionali, degli statuti: lo Stato non è più rappresentato da un’unica autorità ma da un insieme di istituzioni e da cariche elettive.
Si inizia quindi a configurare l’idea di democrazia moderna, di Stato moderno e quindi la gestione distribuita della “cosa pubblica”.
La società stessa cambia forma: nasce la classe operaia e la borghesia e con esse si sviluppa un nuovo patto sociale.

Siamo alla fine del XIX secolo e all’inizio del XX e si arriva quindi a definire diverse responsabilità pubbliche da parte dello Stato: non solo l’ordine e la difesa del territorio (compito del sovrano già dal Medioevo) ma anche l’istruzione, la sanità, l’assistenza e la regolamentazione del lavoro.

Il patto sociale

Il patto sociale sta proprio nel fatto che i privati cedano quote di questi oneri allo Stato, versando per questo delle tasse: significa quindi dire “dato che non devo pensarci io e lo fai tu Stato per me, ti pago il servizio”.

Scoppiano due guerre mondiali, con in mezzo una grande crisi economica e quindi a metà del XX secolo ci si ritrova quantomeno in Europa alla ricostruzione e in Italia alla nascita della Repubblica.

Già dagli anni 30 però il debito pubblico comincia ad accumularsi, e con esso anche le tasse (per semplificare chiamo “tasse” qualsiasi contributo richiesto dallo Stato al popolo).

Comincia a crescere, sotto traccia, la sensazione che non si paghi più per dei servizi ma semplicemente per mantenere lo Stato (inteso non solo come la macchina governativa, politici e personale, ma anche proprio la sua concezione): certo perché nel frattempo i vari governi che si succedono, sempre più strozzati dal cappio del debito pubblico aumentano ancora il debito e diminuiscono le spese (i servizi).

A quel punto però il famoso patto sociale, fondamento stesso della nascita dello Stato moderno, comincia a venire meno: se lo Stato non riesce più a garantire ciò per cui è stato formato, allora perché è stato formato?

L’attualità

Si arriva quindi all’attualità del 2020: la società si è evoluta a tal punto che c’è preponderanza di “società del benessere”: il terziario (o servizi) rappresenta i 2/3 dell’economia (e della società) dell’Italia.

Significa quindi che il patto sociale deve essere ancora più garantito e forte, perché la maggior parte del popolo del Paese vive grazie ad attività economiche che non sarebbero altrimenti autosufficienti.

Quindi le persone si sono fidate, si fidano dello Stato, inteso proprio come sistema che regge: grazie ai mercati (anche privati, ma garantiti da una diplomazia, da un ecosistema politico pubblico) e alla gestione pubblica di istruzione, sanità, polizia, ordine e giustizia, io privato posso permettermi di dedicarmi ad un’attività terziaria.

Se però a questo punto arriva un evento epocale, come potrebbe essere una pandemia, una causa di forza maggiore e lo Stato, in forza di quel patto, decide – anche grazie a contributi scientifici – che per preservare la sanità deve sospendere le attività economiche, allora deve dare un indennizzo.

Deve in altre parole ritornare quella quota parte ceduta dai privati verso il pubblico (la gestione della sanità) in cambio del fatto che dovevano solo preoccuparsi di lavorare e versare contributi.

Se io privato non posso (non devo) lavorare, allora tu Stato devi sopperire, altrimenti vieni meno a quel patto: e a saperlo prima allora potevo pensare che a me non conveniva e come a me a tanti altri, al popolo, e allora perché organizzarsi in questi “Stati moderni”?

Viene meno il fondamento.

L’insegnamento per il futuro

Il Covid ha fatto solo da catalizzatore, ma tutto è cominciato anni fa con l’aumento del debito pubblico: l’indebolimento dei fondamenti non era particolarmente grave (ma c’era) finché chiaramente non arriva l’emergenza, dove poi tutti i nodi vengono al pettine.

Occorre quindi davvero fare un bel respiro e tornare a comprendere perché nella storia, parte dell’umanità, diciamo quella democratica, abbia deciso di organizzarsi in questo modo e tornare a riapplicarsi in quell’ottica.

L’insegnamento del 2020 dovrà essere un ritorno alle basi: anche in ottica di green new deal, di sostenibilità e di decrescita felice cominciamo davvero a ripensare ai fondamenti, alle basi del perché abbiamo deciso di organizzarci così e facciamo in modo che abbia ancora un senso.

O tutto sarà inutile perché a quel punto o moriranno le persone o lo Stato con la società costituita.